L'Italia e il PNRR: un percorso ancora in salita

Abstract

Se da un lato si registra un miglioramento dei conti pubblici con un beneficio sul debito, dall’altro ci sono un preoccupante costante calo della produzione manufatturiera e ombre sulla crescita di settori strategici come il turismo. Nel frattempo assistiamo ad una significativa riduzione del potere di acquisto, già a partire dalle famiglie del ceto medio,  perché i salari non hanno recuperato rispetto alla recente fiammata inflattiva. Se non riuscissimo a centrare gli obiettivi Pnrr ci troveremmo in una situazione davvero critica.

Autori

G. Banchieri - A. Vannucci

Al di là della retorica andiamo a vedere i dati da fonti accreditate: Regis Centro Studi Confindustria e UPB del Parlamento italiano …

In un recente Report l’Ufficio Studi della Confindustria ha aggiornato le sue valutazioni sullo stato di avanzamento del PNRR, Piano Nazionale di Rinascita e Resilienza, che dovrebbe concludersi nel 2026, ovvero tra 16 mesi:

 

  • L’impatto del PNRR sulla crescita del PIL. Nel Piano Strutturale di Bilancio (PSB) di fine settembre, l’impatto del PNRR sulla crescita del PIL italiano è stato rivisto al ribasso nel 2024 e 2025, e alzato nel 2026 rispetto a quanto indicato nel DEF di aprile scorso. Le stime più recenti sembrano scontare non solo un ritardo nell’implementazione delle misure rispetto a quanto pianificato, ma anche un peggioramento nel grado di efficienza (“medio” e non più “alto”) nello spendere le risorse.
  • Programmazione finanziaria e progettuale: i numeri del PNRR. La previsione di spesa sostenuta al 31 ottobre 2024 era di 58,6 miliardi di euro (30% dei 194,4 miliardi di risorse totali a disposizione). Tuttavia, dal monitoraggio della pianificazione finanziaria e progettuale emerge che al 13 dicembre sono state attivate il 95% delle risorse del Piano e sono stati siglati contratti (risorse impegnate) per 125 miliardi (64%), ma questo non vuol dire che l’implementazione reale sia allo stesso livello. Firmare contratti non vuol dire aver speso importi equivalenti …
  • Spese sostenute e potenziali ritardi di spesa, misura per misura. Per il 2024 erano previste spese per 42,2 miliardi. I 14 miliardi registrati su REGIS al 31 ottobre hanno riguardato principalmente misure quali i crediti d’imposta, gli investimenti ferroviari e gli investimenti in edilizia scolastica. Tra le misure più critiche, cioè con un livello di spesa inferiore al 25% del pianificato fino al 2024, ci sono le “politiche attive del mercato del lavoro (ALPMs)” e gli investimenti “Tecnologie a zero emissioni nette” e i “Contratti di filiera agricoltura”, A proposito dei “made in Italy”    CONTINUA A LEGGERE