In un mondo in cui l'intelligenza artificiale crea rappresentazioni virtuali indistinguibili dalla realtà, rischiamo di perdere il contatto con la nostra umanità, il nostro scopo, il nostro senso di appartenenza. Milioni di persone si sentono sole: le amicizie sono diminuite drasticamente e, tra i giovani, cresce il sentimento di vuoto e mancanza di significato. La solitudine non riguarda solo gli anziani: è una condizione trasversale che minaccia la salute fisica e mentale di tutti.
Varie indagini, in paesi diversi, hanno mostrato che milioni di persone si sentono sole. Un terzo degli americani dichiara di sentirsi praticamente sempre solo. Le amicizie sono diminuite drasticamente negli ultimi tre decenni. Solo il 25% delle persone dichiara di avere almeno sei amici intimi. Nel 1990 erano il 47%.
In uno studio dell’Università di Harvard il 58% dei giovani adulti afferma che la propria vita non ha un senso o uno scopo.
Silvia Scelsi, Presidente Nazionale ASIQUAS, Presidente ANIARTI, Responsabile Professioni Sanitarie Istituto “Gaslini”, Genova,
Giorgio Banchieri, Segretario Nazionale ASIQUAS, Docente DiSSE, Università “Sapienza”, Roma
Laura Franceschetti, Professoressa, Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche della Università “Sapienza” di Roma,
Andrea Vannucci, Membro CTS ASIQUAS, Docente DiSM, Università Siena, Membro CD Accademia di Medicina, Genova.
In un mondo in cui l'intelligenza artificiale crea rappresentazioni virtuali indistinguibili dalla realtà, rischiamo di perdere il contatto con la nostra umanità, il nostro scopo, il nostro senso di appartenenza. Milioni di persone si sentono sole: le amicizie sono diminuite drasticamente e, tra i giovani, cresce il sentimento di vuoto e mancanza di significato. La solitudine non riguarda solo gli anziani: è una condizione trasversale che minaccia la salute fisica e mentale di tutti.
Varie indagini, in paesi diversi, hanno mostrato che milioni di persone si sentono sole. Un terzo degli americani dichiara di sentirsi praticamente sempre solo. Le amicizie sono diminuite drasticamente negli ultimi tre decenni. Solo il 25% delle persone dichiara di avere almeno sei amici intimi. Nel 1990 erano il 47%.
In uno studio dell’Università di Harvard il 58% dei giovani adulti afferma che la propria vita non ha un senso o uno scopo.
il rapporto del Surgeon General degli Stati Uniti Vivek Murthy, pubblicato nel 2023, intitolato "Social Media and Youth Mental Health". ha citato diverse indagini che hanno rilevato che le persone di età compresa tra i 15 e i 24 anni trascorrono il 70% in meno del loro tempo insieme agli amici rispetto ai giovani di venti anni prima.
Vari rapporti concordano sul dato che la generazione Z ha il doppio delle probabilità di sentirsi sola rispetto alle precedenti. Tuttavia ci sono anche numerosi riscontri che la solitudine trascende i gruppi di età. Molte persone, indipendentemente dall’età o dall’etnia, sono isolate e sole, e questa combinazione minaccia di minare la nostra salute e il nostro benessere.
Il gruppo più solitario di tutti è senza dubbio quello delle persone con malattie croniche e più gravi. Sono individui con riduzione della mobilità, con un sistema immunitario fragile. Alle prese con malattie che modificano lo stile di vita e che spesso sono invisibili dall’esterno, questo gruppo è maggiormente a rischio di isolamento e solitudine, con la probabile conseguenza di un ulteriore aggravamento dello stato di benessere e di salute.
Ricerche sull’impatto della salute hanno mostrato che l’isolamento sociale può aumentare il rischio di malattie cardiache, ictus e ipertensione, può peggiorare le complicazioni del diabete, ridurre le funzioni cognitive e aumentare il rischio di demenza negli anziani. [1, 2, 3, 4 e 5]
Robin A. Richardson, Sam Harper, Caterina M. Keyes, Christopher L. Crowe e Esteban Calvo in “Fattori che contribuiscono alle disuguaglianze legate all'età e alla solitudine tra gli anziani: un'analisi di scomposizione di 29 paesi”, pubblicato di recente su “Taylor & Francis” recentemente, hanno utilizzato dati trasversali basati sulla popolazione, provenienti da 64.324 anziani (fascia di età: 50-90 anni) in 29 paesi.
La solitudine è stata misurata con la scala UCLA a 3 item. Hanno quantificato l'entità delle disuguaglianze legate all'età nella solitudine utilizzando indici di concentrazione e hanno stimato il contributo dei fattori demografici e sanitari alle disuguaglianze legate all'età nella solitudine utilizzando un approccio di decomposizione.
La solitudine risulta generalmente più concentrata tra gli adulti più anziani del campione, sebbene negli Stati Uniti e nei Paesi Bassi fosse più concentrata tra i giovani.
I principali fattori che contribuiscono alle disuguaglianze legate all'età nella solitudine erano il celibato e il non lavoro; tuttavia, l'entità dei fattori che contribuiscono alle disuguaglianze variava notevolmente a seconda del Paese.